Il Coraggio di avere paura: come riconoscere e accettare le paure di adulti e bambini
Articolo a cura di: Dott.ssa Marisol Trematore, Consulente Pedagogica, Counselor e Formatrice
"Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già che esistono.
Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.”
G.K. Chesterton
La paura affrontata diventa coraggio
Avere coraggio, al contrario di quello che possiamo pensare, non vuol dire non avere paura. Avere paura è normale.
E le persone coraggiose sono quelle che affrontano le loro paure e le loro incertezze e le usano per diventare più forti.
Avere coraggio non significa allenare i muscoli per vincere un nemico, ma allenare il cuore e la mente per far fronte alle proprie paure.
La natura ci ha dotati di alcune emozioni di base:
- paura;
- tristezza;
- gioia;
- disprezzo;
- disgusto;
- sorpresa;
- rabbia.
Come possiamo notare il coraggio non è menzionato: è qualcosa di cui “non siamo dotati” e che occorre quindi “guadagnarsi”; va coltivato, affrontando le sfide, le difficoltà che la vita ci mette davanti, sia da bambini che da adulti e che spesso ci fanno provare l’emozione della paura.
Cerchiamo ora di capire quali sono le paure biologiche di cui siamo “dotati” fin dalla nascita… Generalmente le risposte più frequenti sono: quella dell’acqua, del buio o del distacco; in realtà nessuna di queste paure nasce insieme a noi. Le uniche due “innate”, che il bambino quindi può percepire fin dalla nascita sono: la paura dei rumori forti e la paura di cadere. Ogni altra all’infuori di queste, insite nel patrimonio genetico di ognuno, è acquisita, e quindi frutto di un apprendimento.
E se le paure derivano da un apprendimento è possibile disapprenderle.
E come? AFFRONTANDOLE, con gradualità e imparando a conoscerle. Affrontare ed abbracciare le nostre paure, è l’unico modo per controllarle.
Al diminuire della paura, aumenterà il coraggio!
Qual è la sua funzione?
La paura è utile alla crescita del bambino per attivare alcune reazioni che servono a difenderlo dai potenziali pericoli provenienti dall’ambiente esterno; è importante perché ci aiuta a rispondere nelle varie circostanze e ad agire rapidamente, mobilitando le forze che ci spingono alla difesa o alla fuga. Possiamo quindi affermare che sia una reazione difensiva che salvaguarda la vita e contribuisce allo sviluppo umano e alla crescita personale.
Le paure dei bambini e delle bambine
Nel corso della crescita sono potenzialmente infinite e dipendono dalla storia individuale; esistono tuttavia una serie di paure che possono essere considerate tipiche dell’età evolutiva: ad esempio quella della separazione, del buio, della morte, dell’abbandono, dei fantasmi, dei mostri, del dottore…
Altre invece vengono trasmesse dall’ambiente circostante, come quella dei temporali ad esempio o dei ladri, del fuoco ecc.
Per alcuni bambini esiste anche la paura della scuola, legata alla difficoltà di affrontare un nuovo ambiente oppure al non sentirsi a proprio agio in quel contesto (per motivazioni relazionali o legate agli apprendimenti, all’autostima o alla “valutazione”).
E rispetto alle paure connesse all’ambiente esterno, è importante fermarsi a riflettere anche sul ruolo dei mass media: i mezzi di comunicazione come tablet, televisione ecc. sono onnipresenti e quasi sempre accessibili ai nostri bambini, che ancora non sanno leggere o distinguere del tutto ciò che è reale da ciò che non lo è. Fino all’età adolescenziale infatti, durante la fruizione dei contenuti mediatici, è fondamentale che i bambini siano sempre affiancati dai genitori, i quali possono mediarne la visione e facilitarne la comprensione.
Pensiamo anche solamente in questi ultimi mesi, a quanto è stata necessaria la mediazione dell’adulto davanti alle tantissime notizie che i telegiornali o il web hanno dato rispetto all’emergenza Covid.
Tutte le informazioni che ci arrivano dai media, andrebbero sempre accompagnate e mediate da noi adulti, affinché i bambini possano comprenderne i significati e acquisire gradualmente gli strumenti per affrontarle con il giusto “contenimento emotivo”. Cerchiamo in ogni caso di evitare la fruizione di contenuti forti o inappropriati all’età del bambino.
Come aiutarli a conoscere e ad affrontare le proprie paure?
La relazione genitore–figlio aiuta i bambini a sentirsi sicuri, fiduciosi, rassicurati.
Uno dei più grandi compiti dei genitori è donare ai figli RICARICHE EMOTIVE, offrendo attenzione, incoraggiamento e ascolto, evitando di sminuire o ridicolizzare le loro paure.
“Chi siamo noi per affermare che la preoccupazione di un bambino è ridicola? Certo, i mostri sotto il letto non sono reali, ma la paura del bambino lo è”.
Tutte le paure sono valide, sono l’espressione dei sentimenti che stanno provando.
Comprendere e accettare lo stato d’animo dei bambini è il primo passo per poterli incoraggiare ad affrontare ciò che li spaventa.
Molti ad esempio hanno bisogno di tempo per familiarizzare con persone o situazioni nuove, perché spaventati da tutto ciò che non è familiare; il nostro compito è accogliere e aver cura di questi bisogni, lasciando loro il tempo di cui hanno bisogno e incoraggiandoli quando sentiamo che “ce la possono fare”.
Il sostegno del genitore è fondamentale per avventurarsi laddove non si sentono completamente a proprio agio e per acquisire sicurezza. Ma ci vuole molta pazienza, perché interiorizzare il senso di sicurezza richiede “tempo”, un tempo diverso da bambino a bambino e che dipende dalla storia, dal carattere e dalle esperienze di ognuno.
Alcuni comportamenti che come adulti potremmo evitare:
Forzare il bambino ad affrontare “bruscamente” una situazione di cui ha paura.
Contagiarlo con le nostre paure: è importante manifestare e raccontare i propri stati d’animo ai figli, ma sempre con parole pensate, calibrate e sopratutto cercando di mantenere la “giusta distanza”. Una distanza che ci permette di non fargli percepire la stessa paura che sentiamo dentro di noi.
Trattare con sufficienza, banalizzare o ridicolizzare le sue paure, perchè così facendo potremmo svalutare la sua autostima.
Alcuni comportamenti che invece potremmo adottare:
Affrontare la paura insieme, in modo graduale.
Ascoltare il bambino e le sue motivazioni, dando importanza ai suoi vissuti e coltivando così un dialogo emozionale, “il dialogo dei cuori” (di cui ci parla Gottman nei suoi studi sull’intelligenza emotiva).
Spiegare perché una situazione non è pericolosa, riportandogli esempi concreti.
Utilizzare albi illustrati che lo aiutino a conoscere e a tradurre in immagini le sue emozioni.
Lasciarlo libero di esprimersi attraverso il disegno, il movimento, il corpo e il gioco, affinché possa conoscere, dare un nome e rielaborare le paure che sente dentro di sé.
Diamo loro la possibilità di fare cose spaventosamente divertenti!
… Perchè AUDACIA E CORAGGIO SI POSSONO ALLENARE E SVILUPPARE!
Vivere “avventure divertenti, sicure e un po’ spaventose, quel tanto che basta per essere eccitanti”, può essere utile per sfidare la paura. La paura e il coraggio si possono infatti sperimentare attraverso piccole sfide quotidiane. Per molti bambini, per esempio, è più semplice trovare sicurezza nelle avventure fisiche all’aperto.
Giochiamo e ridiamo insieme!
Il gioco è uno dei modi migliori per entrare in relazione con i bambini. Per aiutarli ad esprimere e ad elaborare le proprie paure si può giocare all’inversione di ruoli o a mettere in scena le esperienze in cui si sentono insicuri.
Il gioco provoca risate e ridere allenta la tensione portata dalla paura. E la vicinanza aiuta i bambini a riprendersi dopo un turbamento.
Quanto è bella la paura
quando sai che è solo un gioco
che poi dura quel che dura
e cioè, dura per poco.
Le farfalle nella pancia,
gambe molli, batticuore,
un tamburo dentro il petto
che fa un sacco di rumore.Quanto è bella la paura
che paura non ti fa
perché il gioco in fondo in fondo,
lo sai che finirà.
J Carioli (da “L’Alfabeto dei sentimenti“)
Qui di seguito una breve bibliografia di albi illustrati che possono accompagnare e sostenere i bambini nel conoscere e affrontare le paure:
- “Cane Nero“, Terre di Mezzo
- “Nel Paese dei mostri selvaggi“, Babalibri
- “Nell’erba“, Babalibri
- “Il Gruffalò“, Emme Edizioni
- "L’alfabeto dei sentimenti", Fatatrac
- “Chiedimi cosa mi piace”, Terre di Mezzo
- “La bambina di vetro”, Topipittori
- “Il buco”, Gribaudo
- “Lupo e Lupetto. Un’arancia bellissima”, Edizioni Clichy