
La comunicazione non violenta nella fascia 0-6
A cura di Dott.ssa Martina Pinaroli, Pedagogista, Educatrice e Formatrice
Un approccio educativo consapevole
La Comunicazione Non Violenta (CNV) è un approccio sviluppato dallo psicologo Marshall Rosenberg negli anni '60, basato sull'idea che il linguaggio possa essere uno strumento di connessione e comprensione reciproca piuttosto che di conflitto. Questo metodo pone l'accento sull'empatia, sull'ascolto attivo e sull'uso di un linguaggio che esprima bisogni e sentimenti in modo chiaro e rispettoso. L'obiettivo principale della CNV è promuovere relazioni autentiche e costruttive, riducendo di conseguenza tensioni e incomprensioni.
Tra gli autori di riferimento per la CNV, oltre a Rosenberg, troviamo anche Thomas Gordon, che ha sviluppato il metodo dell'ascolto attivo e della comunicazione efficace tra adulti e bambini, e Dan Siegel, che ha approfondito il legame tra comunicazione e sviluppo cerebrale nell'infanzia. Le loro teorie dimostrano come il modo in cui ci esprimiamo possa influenzare direttamente lo sviluppo emotivo e cognitivo dei bambini, ponendo le basi per una crescita equilibrata e serena.
Nel contesto della scuola dell'infanzia (0-6 anni), l'uso della CNV risulta particolarmente efficace, poiché aiuta bambine e bambini a sviluppare competenze socio-emotive, ad apprendere un modo sano di esprimere le proprie emozioni e a costruire relazioni basate sul rispetto e sulla comprensione reciproca. Attraverso un linguaggio positivo e accogliente, educatori ed insegnanti possono creare un ambiente che supporta il benessere e la crescita armoniosa di ogni bambino.
Il potere del linguaggio nella costruzione della realtà
Le parole che utilizziamo non sono solo strumenti per descrivere la realtà, ma contribuiscono a costruirla. Il linguaggio non è neutrale: ha il potere di plasmare il pensiero, influenzare le emozioni e determinare i comportamenti. Quando scegliamo di comunicare in modo non violento, non stiamo solo modificando il nostro modo di relazionarci con i bambini, ma stiamo contribuendo a creare un ambiente educativo più consapevole e rispettoso.
Utilizzare parole che riconoscono i bisogni e le emozioni aiuta a rafforzare l'autostima e la fiducia in sé stessi, oltre a favorire la capacità di risolvere i conflitti in modo costruttivo. Se un bambino cresce ascoltando messaggi di fiducia e incoraggiamento, sarà più propenso a sviluppare una percezione positiva di sé e degli altri, riducendo atteggiamenti di aggressività o chiusura. Questo aspetto è fondamentale nella fascia d'età 0-6 anni, in cui il linguaggio inizia a strutturare il modo in cui i bambini percepiscono il mondo e il proprio posto al suo interno.
Sostituire ordini e divieti con alternative positive
Dare ordini diretti o imporre divieti può spesso generare resistenza nei bambini, mentre fornire alternative positive aiuta a sviluppare la capacità di autoregolazione. Invece di dire "Non correre in classe!", si può dire "Camminiamo con calma per evitare di farci male". Questo approccio aiuta il bambino a comprendere la ragione dietro alla richiesta e gli offre una soluzione alternativa, incoraggiando un comportamento più consapevole senza generare frustrazione o opposizione.
Riconoscere e validare le emozioni
Un aspetto fondamentale della CNV è il riconoscimento delle emozioni come parte integrante dell'esperienza umana. Se un bambino è frustrato perché non riesce a chiudere un gioco, invece di dire "Non arrabbiarti!", possiamo dire "Vedo che sei arrabbiato, vuoi che ti aiuti o vuoi provare ancora un po'?". Questo aiuta il bambino a sviluppare consapevolezza emotiva e a trovare strategie per affrontare la frustrazione, anziché reprimere le emozioni o sentirsi "solo" in balia di se stesso.
Quando le emozioni vengono accolte e nominate, il bambino impara a riconoscerle e a esprimerle in modo adeguato. Questo processo facilita lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e riduce le esplosioni di rabbia o i comportamenti oppositivi, poiché il bambino si sente compreso e supportato.
Utilizzare il linguaggio dei bisogni anziché delle colpe
Se un bambino strappa un gioco dalle mani di un altro, invece di dire "Sei cattivo, non si fa!", si può dire "Vedo che volevi quel gioco, ma anche il tuo amico lo vuole. Come possiamo risolvere insieme?". In questo modo, i bambini imparano a riconoscere i propri bisogni e quelli degli altri, sviluppando empatia e capacità di problem solving.
La differenza tra un linguaggio giudicante e uno basato sui bisogni è fondamentale per la costruzione di un ambiente positivo. Se un bambino viene etichettato come "sei sempre il solito" o "egoista", potrebbe interiorizzare queste parole, influenzando negativamente la percezione di sé. Al contrario, un linguaggio che si focalizza sui bisogni e sulle soluzioni rafforza il senso di collaborazione e aiuta il bambino a trovare alternative costruttive ai propri impulsi.
Incoraggiare la cooperazione attraverso domande aperte
La collaborazione può essere incentivata evitando comandi rigidi e favorendo il coinvolgimento attivo del bambino. Invece di dire "Metti via i giochi subito!", si può dire "Come possiamo sistemare i giochi insieme in modo veloce?". Questo favorisce la partecipazione attiva e trasforma un obbligo in un'attività condivisa, rendendo il bambino più motivato a collaborare.
Quando i bambini sentono di avere un ruolo attivo nelle attività quotidiane, sviluppano un senso di responsabilità e autonomia. Utilizzare domande aperte permette loro di trovare soluzioni e di sentirsi parte di un processo decisionale, anziché semplici esecutori di ordini.
Modellare il linguaggio empatico
Il modo in cui gli adulti rispondono alle emozioni dei bambini diventa un modello per le loro future interazioni. Se un bambino cade e piange, possiamo dire "Come stai? Ti sei fatto male?" invece di "Non è successo niente, smetti di piangere!". In questo modo, le emozioni del bambino vengono validate e lui si sente compreso, imparando che è normale provare emozioni e che può ricevere supporto senza vergogna.
Gli adulti che utilizzano un linguaggio empatico insegnano implicitamente a bambini e bambine a trattare gli altri con gentilezza e comprensione e a trattare se stessi con altrettanta cura. Questo ha un impatto duraturo sul modo in cui i bambini costruiscono le loro relazioni future, promuovendo una cultura della cura e del rispetto reciproco.
Un linguaggio nuovo
L'adozione della comunicazione non violenta, in famiglia, al nido, nella scuola dell'infanzia....non solo migliora la qualità delle interazioni tra adulti e bambini, ma contribuisce anche a sviluppare una cultura della relazione basata sul rispetto, sull'empatia e sulla collaborazione. Praticare un linguaggio consapevole e non giudicante aiuta le bambine e i bambini a crescere con maggiore sicurezza emotiva e a costruire relazioni più armoniose con i coetanei e con gli adulti.
Investire in un'educazione fondata sulla CNV significa gettare le basi per una società più inclusiva e rispettosa, in cui le persone siano in grado di esprimere i propri bisogni senza prevaricare gli altri e di costruire legami autentici basati sulla comprensione reciproca.
Sappiamo che non è sempre facile praticare la comunicazione non violenta, soprattutto perché implica un ripensamento profondo del nostro modo di esprimerci. Il linguaggio che usiamo quotidianamente è spesso frutto di abitudini radicate, e modificarlo richiede consapevolezza, impegno e una buona dose di pazienza. In momenti di stress o fatica, può sembrare dispendioso dal punto di vista energetico fermarsi a scegliere le parole giuste, ma con il tempo e l’esercizio questa modalità di comunicazione diventerà sempre più naturale e spontanea. Come ogni nuova competenza, anche la CNV si sviluppa con la pratica: più la utilizziamo, più diventa parte del nostro modo di relazionarci, trasformando il clima educativo in uno spazio di ascolto e comprensione autentica.
Bibliografia
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Le parole sono finestre oppure muri, Marshall B. Rosenberg
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Comunicazione e potere, Marshall B. Rosenberg
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Le tue parole possono cambiare il mondo, Marshall B. Rosenberg
- Il linguaggio giraffa. Una comunicazione collegata alla vita , Marshall B. Rosenberg, V. Costetti
- Educazione reciproca, Marshall B. Rosenberg
- Genitori a portata di cuore, Inbal Kashtan, Ed. Esserci
-
Insegnanti efficaci. Il metodo Gordon. Pratiche educative per insegnanti genitori e studenti, Thomas Gordon, Nadia Lilla
- Al nido con la Comunicazione Nonviolenta, V. Costetti e N. Mrazek
- Comunicare con Empatia, Rosenberg B. Marshall, Ed. Esserci