Educare alla Fantasia attraverso l’Arte
Articolo a cura di Serena Alesiani e Magali Rielli, Educatrici
“Ogni suo elemento, ogni sua creatura scaturisce dai sogni e dalle speranze dell’umanità e quindi Fantasia non può avere confini”
La Storia Infinita – M. Ende
Fantasia è…
La fantasia è il motore del pensiero creativo e rappresenta la forma più primitiva delle facoltà progettuali di cui dispone l’essere umano. E’ la capacità dell’individuo di pensare a qualunque cosa (anche la più assurda, incredibile e impossibile) che nasce dalla relazione fra ciò che si conosce. Rimane quindi un contatto con la realtà esterna, al contrario della semplice fantasticheria che si distacca completamente dal mondo reale. Mentre l’immaginazione è lo strumento utilizzato per visualizzare ciò che la fantasia crea e pensa.
“Impastiamo la farina!”
Thea, 2 anni
Il ruolo della Fantasia nei bambini
Spesso si pensa che la fantasia non abbia altro scopo se non quello di divertire, eppure le ricerche in ambito psicologico e delle neuroscienze hanno messo in luce il ruolo essenziale che riveste nello sviluppo cognitivo del bambino. Durante l’infanzia è estremamente importante e pare strettamente connessa col “giocare”. Anzi, si potrebbe dire che il gioco è la modalità esterna della fantasia, il suo divenire azione.
“La fantasia fa parte di noi come la ragione: guardare dentro la fantasia è un modo come un altro per guardare dentro di noi.”
Gianni Rodari
Giocando e sperimentando attraverso i sensi e il corpo, il bambino evoca situazioni felici e rassicuranti, in cui l’inverosimile (pensiero difficile da sviluppare e da progettare) e l’incredibile (pensiero non credibile, che la mente fatica a concepire) diventano realizzabili. E non solo! Questo gli permette anche di affrontare le difficoltà o quantomeno di renderle più controllabili, perché in tal modo sperimenta la frustrazione e i limiti in una situazione ludica sicura, dove non ci saranno conseguenze sulla realtà esterna. L’attività fantastica svolge una funzione equilibratrice nel mondo psichico e emotivo del bambino, stimolandolo a ricercare soluzioni e alternative possibili e aiutandolo a conoscere e gestire le proprie emozioni.
La cultura sviluppa la Fantasia
Nella nostra esperienza abbiamo osservato che, come ci dice B. Munari, la fantasia nasce dalla conoscenza e dall’esperienza. Inizialmente il bambino proietta quello che sa su tutto ciò che non conosce a fondo, ma proiezione non è fantasia. Se si vuole che il bambino la sviluppi e non la soffochi, bisogna fare in modo che egli abbia la possibilità di confrontarsi con più dati possibili e che trovi delle relazioni tra di essi. Non è una capacità innata, come tanti pensano, ma la si può educare in contesti non autoritari dove la divergenza sia presente e ben evidenziata.
“Quando esamino me stesso e i miei metodi di pensiero, arrivo alla conclusione che il dono della fantasia ha rappresentato per me molto di più che la mia capacità di assorbire conoscenze scientifiche.”
Albert Einstein
A differenza del pensiero convergente, che permette di arrivare ad una sola soluzione efficace seguendo un ragionamento puramente logico, il pensiero divergente è meno vincolato a schemi rigidi ed è in grado di dare molteplici soluzioni alternative ad un unico problema. Di conseguenza, se il bambino vive in un ambiente che stimola e favorisce questo pensiero, avrà modo di liberare la sua fantasia e avere una mente più elastica, flessibile, aperta e originale.
Arte come…esercizio!
Il nostro obiettivo fin dall’inizio è stato ed è quello di lasciar liberi i bambini di sperimentare e di inventare attraverso la fantasia, concretizzandola e rendendola tangibile, per fare in modo che diventi una caratteristica che li aiuti nella vita di tutti i giorni. Abbiamo proposto i laboratori di arte come una vera e propria forma di allenamento.
A tal proposito ci viene in mente un episodio in particolare: durante uno dei primissimi laboratori di arte proposti al nido, al piccolo Diego e ai suoi compagni venne proposta una base di cartone abbinata a diversi elementi naturali quali terriccio e acqua, rametti, foglie e piante. Diego osservò la tavola e i materiali che la circondavano, alzò lo sguardo verso l’educatore e chiese: “Non c’è il pennello?”. La conoscenza che aveva Diego fino a quel momento, lo portava ad associare una base su cui colorare ad un pennello, l’arte a qualcosa che si deve obbligatoriamente legare all’atto del dipingere.
Ecco che, allargare il proprio sapere attraverso l’esperienza e memorizzando più dati possibili, spinge il bambino a utilizzare la sua fantasia, superando i dati e i preconcetti che poteva aver precedentemente interiorizzato. L’educatore in quell’occasione non gli ha dato una risposta, lo ha solo incoraggiato a sperimentare…
… così Diego ha accettato la sfida, provando diverse modalità e combinazioni dei materiali!
Analizzando questo esempio, si comprende in modo molto chiaro l’importanza data dall’esperienza, che permette un accesso il più libero possibile alle capacità cognitive, divergenti e fantastiche di ciascun bambino. Non ha rilevanza se il disegno o la scultura siano belli o meno, ciò che importa è che sono ricchi di significato e che dimostrano la volontà di affidarsi alla fantasia e all’esperienza. La magia dell’arte è proprio questa: mostra che la realtà può essere compresa, trasformata, dominata.
Faranno meno paura l’ignoto, l’imprevisto, il problema, se si sanno affrontare con lo strumento della Fantasia.