Come possiamo accompagnare i bambini nella scoperta del digitale?
A cura di Dott.ssa Martina Pinaroli, Pedagogista
Negli ultimi anni sentiamo sempre più la necessità di capire quali siano le modalità corrette per affiancarsi a bambini e bambine durante i primi approcci con il digitale.
Dubbi e domande riguardano tutto il pubblico adulto: genitori, educatori, insegnanti e quelle figure che entrano in relazione con i minori e che ne accompagnano lo sviluppo durante il loro percorso di crescita.
Buone prassi educative nell'approccio digitale
Proviamo a pensare alla situazione in cui un genitore prova per la prima volta a tenere per mano il proprio bambino mentre attraversano insieme la strada. Lo tiene stretto, gli spiega dove prestare attenzione e compie l’azione al suo fianco, passo a passo. Inconsapevolmente, compie un gesto che a sua volta aveva vissuto durante la propria infanzia.
Il medesimo pensiero non potremmo farlo in relazione all'aspetto tecnologico: gli adulti di oggi non hanno avuto la possibilità di interagire con il digitale da bambini, motivo per cui non hanno una linea guida precisa per educare il minore. Lo fanno seguendo il proprio istinto, magari confrontandosi con altre famiglie che stanno vivendo la stessa situazione, ma non è facile, e spesso si sentono soli o inadeguati.
Bambine e bambini sono per natura competenti e curiosi, per questo non dobbiamo stupirci se vengono attratti dai dispositivi tecnologici con cui entrano in contatto nella quotidianità; ripongono fiducia e sicurezza nelle figure che si occupano di loro e tenderanno ad imitarne le azioni ed i gesti quotidiani.
Per questi motivi, non c’è nulla di male se vorrà vedere che cosa fa il papà con lo smartphone o se vorrà provare ad interagire con il mouse del computer della mamma.
L’insicurezza che accompagna genitori ed educatori oggi è normale e più che lecita: è una situazione nuova anche per noi: accettiamolo e facciamone tesoro per imparare dall’esperienza.
Informazione e spazi di condivisione
Innanzitutto è importante non sottovalutare la questione: non incorriamo nell’errore di pensare che il bambino sia più competente di noi nell’utilizzo di tablet o smartphone e che per questo possa fare da solo.
I minori non vanno mai lasciati soli perchè non hanno ancora le capacità di trovare l’equilibrio per regolare il proprio benessere in relazione ad un oggetto nuovo. Non possono decidere autonomamente per quanto tempo stare al computer, come utilizzare un tablet o cosa guardare con lo smartphone: è importante che l’adulto faccia da mediatore (quindi che si metta letteralmente “in mezzo”).
Dove possiamo informarci se abbiamo qualche dubbio o desideriamo un’occasione di confronto?
Alcune raccomandazioni ci arrivano già dalla Società Italiana di Pediatria nel 2018 ed ancora prima nel 2014 dall’American Academy of Pediatrics: linee guida pratiche ed efficaci che si soffermano sia sull’importanza della scelta dei contenuti, che sulle corrette modalità di utilizzo di tablet, televisione, computer o smartphone.
Vengono inoltre proposti frequentemente incontri con esperti di Media Education tenuti da associazioni culturali o strutture educative in cui si dà la possibilità ad adulti e famiglie di approfondire l’argomento, risolvere qualche incertezza e di confrontarsi apprendendo dalle esperienze altrui. Troviamo molte di queste serate/giornate informative pubblicizzate proprio nel web o tramite i social media: affidiamoci a chi, da anni, si occupa di Educazione e detiene delle competenze specifiche in merito all'argomento (lauree, corsi, master o esperienze medesime nel settore).
Il nostro punto di forza: le relazioni
Uno dei timori più grandi è quello che i dispositivi digitali possano allontanare i bambini e le bambine dai legami familiari e dagli affetti. La tecnologia, se utilizzata correttamente non isola, ma unisce. Non esclude, ma include. Non toglie la creatività, ma ne aumenta le possibilità.
Non dimentichiamoci mai che il punto di forza dell’educazione risiede nel grande potere della relazione: se basata sulla fiducia, sul rispetto reciproco e sulla sicurezza, il bambino sarà propenso a chiedere aiuto all’adulto, a comunicare le sue emozioni riguardanti le nuove scoperte ed a condividerle con chi gli sta vicino. Per questo motivo è importante parlare con i/le bambini/e, spiegare loro quando possono utilizzare i dispositivi digitali e quando invece no, monitorare i contenuti con cui entrano in contatto, mostrare le qualità positive e quelle negative e soprattutto… dare l’esempio!
Possiamo anche affidarci alla stessa tecnologia per monitorare i contenuti con cui entrano a contatto i più piccoli o gli adolescenti, impostando i cosiddetti "parental control", software che limitano l'accesso a contenuti informatici non adatti ai minori. Questo però, comporta sempre la vicinanza di un adulto, per due motivi principali: il fatto di non lasciarli comunque soli in un "mondo" sconosciuto. Il secondo, è che purtroppo alcuni contenuti diseducativi riescono comunque a "sfuggire" dai criteri di selezione di sicurezza digitale.
Siamo lo specchio attraverso il quale bambine e bambini si riflettono ed i modelli dai quali apprendono. Dedichiamo dei momenti in cui l'utilizzo delle tecnologie digitali viene condiviso insime, facciamone una ricchezza, non demonizziamole, mostrimo loro i loro punti di forza.
E poi? Dedicato il giusto tempo all'area tecnologica, lo smartphone si spegne, il tablet si mette in carica e...diamo il via alle esperienze reali, sensoriali, fisiche! Rafforziamo la relazione condividendo spazi ed emozioni, guardandoci negli occhi, esplorando il mondo fuori e dentro noi. Prediligiamogli ambienti verdi, le esperienze in natura, le attività creative e troviamo un giusto equilibrio tra la nostra natura e la cultura di cui oggi facciamo parte.
Tra natura e cultura, c'è un mondo fatto di relazioni. Viviamole al meglio!