Fatiche e risorse dell’educare ai tempi del Covid: riflessioni di fine anno educativo
Si è concluso ufficialmente l’anno educativo; molti servizi proseguiranno la loro attività con i centri estivi, ma questo è il tempo delle parole finali, dei saluti e delle riflessioni.
È stato un anno del tutto particolare, fatto di molteplici complessità che quotidianamente tutti coloro che, a vario titolo, lavorano nei servizi hanno sentito caratterizzato da un ritmo differente, qualcosa che suonava diversamente, abbiamo attraversato le giornate sperimentando un’intensità e una densità grandissima.
La rotta percorsa: dove eravamo diretti?
Si è navigato fra piccole e grandi situazioni da gestire, fra tamponi, norme, procedure, quarantene, esperienze e avventure stra-ordinarie. Sì, stra-ordinarie perché fuori dall’ordinario.
Abbiamo sperimentato incontri su piattaforme di vario tipo, sorriso con gli sguardi perché gli occhi erano la sola parte del viso visibile ai nostri interlocutori piccoli e grandi. Abbiamo sostenuto la fatica di vederci nelle “finestrelle” degli schermi dei computer o dei telefonini.
Ce l’abbiamo fatta, con fatica, ma ce l’abbiamo fatta. E quando parlo di fatica parlo di intensità, di densità e di… possibilità. Heinz von Foester, teorico della seconda cibernetica, ci dice nel suo imperativo etico:
“Se desideri vedere, impara ad agire”
Nuove possibilità
Uno spunto che credo rappresenti l’emblema di questo anno educativo:
abbiamo imparato ad agire stando dentro alle esperienze anche noi, coi nostri vissuti di paura, di sofferenza, di tensione ed abbiamo percorso questo tempo coi bambini e con le famiglie, in una navigazione fatta di nuove scoperte e di nuovi territori pur avendo l’idea di essere sempre qui in questo periodo frastagliato, come in una navigazione su un fiume che ha mille rivoli.
Abbiamo scoperto che, forse, gli incontri online (per quanto impegnativi) hanno dato alle famiglie la possibilità di partecipare in modo maggiore rispetto ai momenti in presenza; durante i nostri ritrovi
online abbiamo scoperto che potevamo emozionarci e condividere le emozioni nonostante “le finestrelle”; abbiamo condiviso attimi e vissuti di quotidianità (scorci di case, passaggi di animali, momenti casalinghi) che
hanno consentito ai gruppi di conoscersi anche in un altrove.
E in quell’altrove…ci hanno portato i bambini e le bambine! Già, perché entrare nei servizi e guardare loro, stare con loro, era come stare in un luogo “altro” rispetto a tutto ciò che accadeva fuori. Ricco, concentrato
e faticoso ma un luogo altro.
Con la magia speciale che i bambini ogni giorno hanno saputo donarci; è come se i Servizi fossero isole nell’arcipelago di un mare complesso da navigare.
“Agisci sempre in modo da accrescere il numero di possibilità di scelta”
Facendo forse come ci dice Von Foester, abbiamo scoperto nuove rotte e non dobbiamo dimenticarle anche quando le cose si trasformeranno di nuovo.
“Con queste riflessioni, auguro a tutti e tutte una buona estate, e che il nuovo anno educativo possa portare nuove ricchezze, esperienze e strade da percorrere...insieme!”
A cura di Dott.ssa Chiara Cugini, Psicologa, Psicoterapeuta e Coordinatrice di Servizi Educativi
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